Industry 4.0: costi e timori delle imprese

Quel macigno chiamato “Change management”

La maggior parte dei dati rilevati finora rispetto al fenomeno dell’Industria 4.0 stimano una crescita di efficienza produttiva pari al 30-50% per le imprese che già hanno introdotto tecnologie abilitanti all’interno del proprio plant. Ma c’è una variabile poco tenuta in considerazione dalle statistiche: quella degli investimenti necessari a supportare il cambiamento.

Queste sono solo alcune delle domande emerse dai racconti degli imprenditori che abbiamo intervistato, manager d’impresa che devono decidere se affrontare una vera e propria rivoluzione all’interno della propria azienda. Il passaggio al paradigma dell’Industry 4.0 viene percepito meno indolore di quanto si immagini, non solo in termini meramente economici ma anche di effort: stravolgere strutturalmente il proprio plant produttivo, introdurre un nuovo modus operandi, adottare interfacce diverse da quelle con cui si è abituati a lavorare costituirebbe un investimento davvero troppo oneroso, soprattutto per le PMI.

Non a caso, un altro aspetto emerso e direttamente collegato al tema dei costi è proprio il quello del change management:

Domande di questo tipo riecheggiano nella mente della proprietà, ma anche in quella della direzione più operativa, terrorizzata da un’incapacità generale di gestire la trasmissione di una nuova cultura. In particolare, emerge la paura di non ricevere supporto di fronte al cambiamento sia a livello organizzativo che operativo: la formazione si rivela in questo contesto uno strumento imprescindibile, anche se dispendioso (non è cosa banale accedere al bonus previsto dal MISE).

Come si fa quindi a beneficiare dei vantaggi derivanti dalla nuova filosofia 4.0 e dalle tecnologie più innovative, se il prezzo da pagare è così alto?

La buona notizia è che esiste una soluzione a questo enigma, anzi, più soluzioni (informatiche)!

Per quel che riguarda l’aspetto economico e strutturale, sul mercato è possibile trovare soluzioni in grado di rendere intelligenti anche i macchinari più datati, capaci cioè di fare Retrofit. Senza costringere l’impresa a intraprendere interventi radicali, queste soluzioni garantiscono una produzione flessibile e smart estrapolando e rendendo consultabili (anche) le informazioni relative a vecchie macchine, grazie a sensori intelligenti e facilmente integrabili con l’impianto preesistente. Con un investimento molto contenuto, quindi, è possibile applicare sulla propria linea produttiva della sensoristica non invasiva che invia automaticamente informazioni utili a una piattaforma capace in tempo reale di elaborarle e restituirle alla persona interessata su dispositivi mobili, in forma personalizzata e semplificata, riducendo i tempi di reazione.

In riferimento al tema del change management, ci sono degli strumenti che si possono adottare per diffondere la cultura dell’innovazione senza gravare sull’equilibrio finanziario e organizzativo dell’impresa. Una figura centrale in questo passaggio va riconosciuta nel consulente di direzione e organizzazione, che deve però essere lungimirante e propendere, evidentemente, per l’utilizzo di tecnologie 4.0. Quest’ultimo è in grado di accompagnare sia i livelli di management che quelli più operativi in tutte le fasi del cambiamento, analizzando le problematiche principali, suggerendo le soluzioni che più assecondano le esigenze dell’impresa, gestendo la formazione delle risorse, ma soprattutto occupandosi in prima persona di individuare i bonus messi a disposizioni dal Governo e/o altre forme di finanziamento agevolato più idonei al progetto di Digital Transformation.

Ma il consulente non è l’unico in grado di rendere meno traumatico il cambiamento. Tornando alle soluzioni informatiche, infatti, troviamo disponibili sul mercato piattaforme altamente usabili in grado di agevolare l’interazione con l’utente grazie ad interfacce grafiche coinvolgenti e intuitive. Questa interazione facilitata riduce i tempi di training necessari all’apprendimento di nuovi modelli operativi e, contemporaneamente, aumentano l’accettazione del prodotto con conseguenti benefici in termini di costi e investimenti richiesti.

In conclusione, l’ausilio del consulente e l’adozione di soluzioni usabili che permettono il retrofit sembra dunque l’accoppiata vincente: approcciare alla filosofia dell’Industria 4.0 in modo graduale, con il supporto necessario per affrontare il cambiamento, e con un investimento contenuto risulta, in definitiva, possibile.

 

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